Infertilità
maschile
L'infertilità maschile corrisponde a una ridotta capacità riproduttiva dell'uomo, per una insufficiente produzione di spermatozoi o per anomalie nella qualità degli spermatozoi prodotti. L'infertilità di una coppia sessualmente attiva viene accertata quando non si riesce ad ottenere una gravidanza dopo un periodo superiore a un anno di rapporti liberi e non protetti. Si parla di infertilità primaria quando l'uomo non ha mai indotto una gravidanza, di infertilità secondaria quando l'uomo ha già indotto una gravidanza precedentemente.
L'infertilità maschile interessa il 7% degli uomini e sempre di più i giovani. È una causa diffusa dell'infertilità di coppia. Rispetto al passato, oggi si ritiene che in 1 caso su 2 la difficoltà ad ottenere una gravidanza dipenda da problemi riproduttivi maschili. Le cause sono la produzione insufficiente di spermatozoi oppure la natura qualitativamente alterata degli spermatozoi (per ridotta motilità, alterata morfologia, DNA danneggiato) che ostacolano il concempimento. L'infertilità si distingue decisamente dalla sterilità, che si accerta quando c'è un'assenza totale (azoospermia) o drasticamente insufficiente (cripto-azoospermia) di spermatozoi nel liquido seminale oppure quando non c'è eiaculazione (aspermia) o gli spermatozoi presenti nel liquido seminale sono morti (necrozoospermia). L'assenza di spermatozoi nel liquido seminale o l'assenza di eiaculazione non impedisce l'individuazione di spermatozoi vitali utili al concepimento.